
Il Cradle to Cradle, dalla culla alla culla, è un approccio al design e alla produzione sostenibile che mira a eliminare il concetto tradizionale di rifiuti. Questa filosofia si basa sull’idea che i prodotti dovrebbero essere progettati in modo tale da poter essere completamente riutilizzati o riciclati alla fine della loro vita. In questa intervista di approfondimento il dottor Andrea Galeota, responsabile del servizio promozione e progetti di sviluppo del territorio della Camera di Commercio di Padova, spiega in cosa consiste l’approccio Cradle to Cradle e perché è così importante in tema di sostenibilità ed economia circolare.
Stefano Giulitti, EU Projects Development Coordinator
Cosa è il Cradle to Cradle (C2C)?
Questa filosofia si basa sull’idea che i prodotti dovrebbero essere progettati in modo tale da poter essere completamente riutilizzati o riciclati alla fine della loro vita. Il “Cradle to Cradle”, che significa “dalla culla alla culla”, è un approccio al design e alla produzione sostenibile che mira quindi a eliminare il concetto tradizionale di rifiuti.
“Cradle to Cradle” promuove l’innovazione nel design e nella produzione, consentendo alle aziende di creare prodotti più sostenibili e di qualità. Inoltre, aiuta a ridurre i costi legati allo smaltimento dei rifiuti e alle materie prime, contribuendo a migliorare l’efficienza operativa. Infine, il “Cradle to Cradle” può migliorare la reputazione dell’azienda, attirando i consumatori interessati alla sostenibilità e alla responsabilità ambientale che sono sempre di più.
Perché C2C e altri approcci sono importanti nel panorama Europeo e verso quali paradigmi si orienteranno le Istituzioni?
Le Istituzioni Europee stanno spingendo moltissimo al fine di rendere sostenibile i processi produttivi e il ciclo del consumo all’interno dell’Unione. Il Green Deal europeo è probabilmente una della mission più ambiziose all’interno del nostro Continente. Anche alcuni Stati nazionali stanno avanzando delle politiche specifiche per sostenere la riduzione dell’impatto ambientale e la transizione verso metodi di produzione meno inquinanti e meno impattanti dal punto di vista delle emissioni e del consumo di materie prime. L’Italia sta procedendo anche con l’implementazione di un Green Public Procurement – cioè un sistema di acquisti di prodotti e servizi ambientalmente preferibili – per gli acquisti della Pubblica Amminstrazione che in Italia rappresentano quasi il 20% del totale degli acquisti di Paese. Per garantirsi l’accesso e la presenza in alcuni mercati sarà quindi necessario rivedere i propri prodotti o addiritura ottenere una certificazione sulla sostenibilità.
Chi può beneficiare dell’adozione di approcci C2C?
Nuovi prodotti, nuove metodologie di design, prodotti più sostenibili e riduzione dell’estrazione di materiali primari.
Nel mercato del cosiddetto B2B, business to business, molte aziende richiedono certificazioni sulla sostenibilità anche ai loro fornitori, riportando questo a tutto vantaggio dell’ambiente ma anche del proprio brand e della reputazione dell’azienda e dei propri prodotti.
Quali sono i percorsi per ottenere una certificazione? È necessaria la certificazione?
La certificazione C2C è un processo rigoroso con valutazioni dettagliate da parte di un organismo autorizzato.
Dopo una valutazione preliminare interna è necessario prendere contatto con un Organismo di Certificazione che predisporrà vari gradi di valutazione e potrà suggerire di apporre modifiche al prodotto o servizio per soddisfare i requisiti C2C. I prodotti o i processi saranno quindi nuovamente valutati dall’organismo di certificazione per il rilascio della certificazione. La certificazione C2C non è permanente ma periodica ed è strettamente legata al mantenimento dei processi sottoposti precedentemente in fase di valutazione.
In che modo la Camera di Commercio di Padova sta approcciando le policy C2C?
La Camera di Commercio è capofila nel progetto Interreg Alpine Space Cradle-ALP “Cradle to cradle, circular design and circular substitutions for linear products in industrial manufacturing processes in the Alpine Space”, in cui collabora con UniSMART come secondo partner italiano, ed una cordata di partner internazionali.
Il Consiglio della Camera di Commercio di Padova, approvando le linee strategiche per l’intervento dell’Ente nei prossimi anni, ha sostenuto la necessità di supportare le imprese, in modo innovativo, verso la “doppia transizione”, digitale e green.
È un obiettivo a cui la Camera di Commercio tende e a cui lavora in diversi modi, tramite progetti europei, con collaborazioni con altri Enti pubblici e con le Associazioni imprenditoriali, anche con la partecipazione istituzionale in UniSMART – Fondazione dell’Università degli Studi di Padova, tramite il sostegno a progetti di singole imprese, nell’ambito di specifici bandi, come il bando per la “doppia transizione”, che prevede uno stanziamento di contributi a fondo perduto per le PMI di oltre 500.000 euro.